In questo articolo faremo un po’ di chiarezza sulla questione relativa all’uso delle immagini ricavate da Google Maps per contestare i verbali, infatti diversamente da quanto affermato in molti articoli non tutte le multe sono annullabili utilizzando lo strumento messo a disposizione da Google.
Le foto messe a disposizione da Google sono di ottima qualità e consentono, anche con l’ausilio della funzione zoom, di visualizzare molti dettagli (ad esempio offrono la possibilità di verificare la segnaletica presente sul luogo della violazione).
Google offre un ulteriore vantaggio, infatti, le immagini sono datate e molto spesso per lo stesso tratto di strada sono presenti immagini acquisite a distanza di tempo.
Tale aspetto consente di risalire allo stato dei luoghi al momento della violazione, oppure di provare difetti della segnaletica dovuti alla stagionalità (ad esempio nel caso della segnaletica posta nelle vicinanze di alberi nel periodo di piena fioritura).
L’uso delle delle immagini di Google come prova processuale
L’uso delle immagini, comprese quelle ricavate dai servizi offerti da Google, è consentito dall’art. 234 del Codice di Procedura penale, secondo il quale è ammessa l’acquisizione a fini di prova di tutti gli:
[…] altri documenti che rappresentano fatti, persone o cose mediante la fotografia, la cinematografia, la fonografia o qualsiasi altro mezzo
Sulla base di questa norma la Giurisprudenza ammette l’uso delle immagini estratte da Google Maps e le ritiene fonti di prova per l’accertamento di diversi illeciti, ad esempio nel caso degli abusi edilizi.
In quali casi è stato ottenuto l’annullamento della multa con Google Maps
■ Multa per eccesso di velocità annullata attraverso l’immagine estratta Google Maps
Il Tribunale di Savona ha annullato la multa, di 150 euro e due punti in meno sulla patente, fatta ad un automobilista che viaggiava a 70 km/h in un “tratto urbano” dove il limite era fissato a 50 km/h.
L’automobilista grazie alle immagini di Google Maps ha dimostrato che il limite di cinquanta chilometri orari era stato fissato in un tratto di strada privo dei requisiti per essere definito “tratto urbano”, infatti come appare evidente dall’immagine l’infrazione era stata rilevata in un tratto di strada assolutamente privo di case e immerso tra orti e campagna.
La definizione di centro abitato che legittima la qualificazione di una tratto di strada come urbano è contenuta nell’articolo 3 del Codice della Strada secondo cui costituisce un centro abitato:
L’insieme di edifici, delimitato lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e fine. Per insieme di edifici si intende un raggruppamento continuo, ancorché intervallato da strade, piazze, giardini o simili, costituito da non meno di venticinque fabbricati e da aree di uso pubblico con accessi veicolari o pedonali sulla strada.
Nella motivazione della sentenza il Giudice ha precisato che:
Dall’immagine relativa allo stato dei luoghi emerge che quello fotografato non può in nessun modo assurgere al rango di centro abitato. Non si scorge la presenza di almeno venticinque fabbricati continui quanto piuttosto ampie zone di campagna, al più intervallate qua e là da episodi edilizi isolati non sufficienti a giustificare la classificazione operata dal Comune.
Quindi con riferimento al caso in questione il Giudice ha rilevato che la strada va considerata come extraurbana e quindi il limite di cinquanta chilometri orari non ha ragione di esistere.
Questo perché la strada extraurbana è un’arteria stradale al di fuori dei centri abitati dove il limite di velocità è di 90 km/h poiché non attraversa zone con alta densità di popolazione e dunque esiste un minore rischio per le persone e per l’ambiente.
Chiaramente l’annullamento in casi come questo non è automatico, ma è necessario analizzare i singoli casi.
Per questo motivo prima di presentare un ricorso contro la multa con autovelox allegando delle immagini tratte da Google Maps è sempre opportuno chiedere una consulenza ad esperti del settore, per evitare di vedere rigettato il ricorso che se redatto da esperti potrebbe avere ampie possibilità di successo.
Secondo questa sentenza è possibile contestare la classificazione del tratto stradale, fornendone la prova anche con le foto di Google Maps.
In questi casi il comune dovrà giustificare la legittimità della classificazione della strada e la conseguente fissazione del relativo limite di velocità.
■ Multa per divieto di sosta annullato utilizzando le immagini della segnaletica estratte da Google Maps
Con la sentenza n. 1214 del 7 ottobre 2020 il Giudice di Pace di Brindisi ha accolto il ricorso di un automobilista annullando una sanzioneper divieto di sosta sulla base delle immagini estrapolate da Google Maps.
Nel caso affrontato dal Giudice l’automobilista era stato multato per divieto di sosta (nello specifico per sosta in uno spazio riservato ai disabili).
Il cittadino ha presentato ricorso contestando l’assenza di segnaletica verticale ed orizzontale producendo foto dalle quali era evidente che la segnaletica verticale era coperta da fogliame e che a terre non era presente alcuna indicazione dello spazio di sosta riservato ai disabili.
Il Giudice ha annullato il verbale affermando che dal ” fotogramma è agevole verificare l’assoluta non visibilità del segnale, collocato in alto e tra una parete di fogliame” ed ha anche rilevato l’inesistenza di segnaletica attestante il divieto di sosta per spezio riservato a disabili.
In conclusione
La sentenze richiamate nell’articolo aprono la strada ad una nuova possibilità di fare ricorso utilizzando le foto di Google Maps come prova e potrebbero avere un effetto esplosivo su tutta la giurisprudenza in materia.
L’uso delle immagini di Google Maps è solo uno dei tanti mezzi per ricercare motivi di contestazione contro una verbale, pertanto se vuoi far osservare il verbale ad occhi esperti che visionano ogni giorno decine di verbali clicca sul tasto “Si, voglio la consulenza” e fai analizzare il verbale da uno dei nostri professionisti.
Terza multa per essere entrata in Zona ztl. Google maps mi ha portato in zona ztl non conoscevo la città per cui non potevo andare senza di esso. I cartelli della zona ztl sono sempre piccoli e minuscoli, ma il vero quesito è..perché Google maps mi porta in una zona ztl senza avvisarmi?
Cara Maria Ivana,
I navigatori, solitamente, possono essere impostati per non accedere alle ZTL. Ma comunque l’errore non è imputabile al servizio usato posto che l’automobilista deve sempre verificare la segnaletica, sempre se presente e/o regolare.
Mi è appena capitata la stessa cosa ho chiamato subito i vigili , mi hanno risposto : arriverà il verbale!
Come ha risolto lei ?
Buonasera, come già detto il fatto che l’accesso è avvenuto seguendo il navigatore non è di per se un motivo di annullamento del verbale.
Supponiamo che venga emessa un’ordinanza comunale che modifica i divieti in vigore, ma sulla strada il cartello (che indica i vecchi divieti) non venga aggiornato e continui quindi a mostrare i vecchi divieti. Se vengo multato in base alla nuova ordinanza, posso fare ricorso? Serve avere una foto dei cartelli in questione, scattata da me stesso, magari di qualche giorno prima?
Caro Simone,
L’utente deve fare riferimento alla segnaletica apposta sulla strada, spetta al comune adeguare la segnaletica dopo l’aggiornamento dei divieti.
Ovviamente in questi casi è necessario allegare prove idonee a dimostrare chiaramente la segnaletica presente al momento dell’accertamento della violazione.