Nel corso della storia, le autorità hanno adottato soluzioni creative per scoraggiare i comportamenti pericolosi sulle strade.

Uno dei casi più singolari riguarda le targhe punitive introdotte a Memphis, Tennessee, nel 1939, che miravano a punire pubblicamente i trasgressori del Codice della Strada.

Questo e altri esempi di “marchi d’infamia” riflettono quanto fosse radicata la volontà di umiliare e scoraggiare chi infrangeva le regole.

Targhe infamanti con il teschio a Memphis: un deterrente contro i recidivi

Nel 1939, Cliff Davis, commissario per la pubblica sicurezza a Memphis, introdusse una misura radicale per frenare le violazioni del Codice della Strada. I trasgressori recidivi dovevano scambiare la loro targa ordinaria con una targa nera, decorata con un teschio e la scritta “Violatore del Codice della Strada”.

L’obiettivo era di umiliare pubblicamente i conducenti, in modo che gli altri automobilisti li riconoscessero immediatamente.

Questa misura estremamente severa suscitò forti reazioni, e sebbene non durò a lungo, servì a ridurre drasticamente le infrazioni per un certo periodo.

Oggi, ci sembra una misura sproporzionata, ma all’epoca rappresentava uno dei tanti tentativi di frenare i comportamenti pericolosi sulle strade.

Targhe Infamanti Memphis
Targhe Infamanti per alcolisti in ohio

Altri esempi di targhe infamanti e adesivi punitivi nel mondo

Questa misura non è l’unico caso in cui le autorità hanno preso strade (letteralmente) creative per garantire la sicurezza stradale. Ecco alcuni altri casi curiosi legati al Codice della Strada:

Le targhe rosse dell’Ohio

Anche l’Ohio adottò una misura simile negli anni 2000, introducendo targhe rosse per i conducenti condannati per guida in stato di ebbrezza.

Questo sistema obbligava i conducenti con un passato di alcol al volante a utilizzare targhe rosse al posto di quelle standard, rendendoli immediatamente identificabili sia dalla polizia che dagli altri automobilisti.

Il simbolo era un segnale pubblico di trasgressione, che fungeva da deterrente contro le recidive.

La ventosa anti-parcheggio selvaggio in Cina

In Cina, una delle soluzioni più recenti e insolite per contrastare il parcheggio selvaggio è l’uso di una ventosa gigante, applicata direttamente sul parabrezza delle auto che parcheggiano in modo irregolare.

Questa ventosa riporta la frase “Sono parcheggiato in un luogo illegale” e può essere rimossa solo dalle autorità, costringendo il conducente a presentarsi per pagare la multa​.

Questo sistema non solo rende pubblica la violazione, ma è anche un grande fastidio per il conducente, che non può rimuovere facilmente l’adesivo e deve affrontare la sanzione.

Questo esempio mostra come la vergogna pubblica e l’inconveniente pratico possano lavorare insieme per modificare i comportamenti degli automobilisti.

Adesivi per parcheggio abusivo in Russia

In Russia, il movimento StopKham (letteralmente “Stop alla maleducazione”) è noto per la sua battaglia contro i parcheggi selvaggi. Il movimento è nato nel 2010 come parte di un’iniziativa per combattere le infrazioni stradali e i comportamenti maleducati alla guida.

Gli attivisti del gruppo agiscono in modo diretto: quando individuano un’auto parcheggiata in maniera irregolare, applicano sul parabrezza un adesivo gigante con la scritta “Non me ne frega niente di nessuno, parcheggio dove mi pare”.

Le azioni del movimento vengono filmate e pubblicate su YouTube, aumentando l’esposizione pubblica e la pressione sociale sui trasgressori.

Nonostante le controversie sul loro metodo, StopKham ha attirato molta attenzione, sia in Russia che all’estero, portando un certo cambiamento nei comportamenti degli automobilisti​.

Adesivi per parcheggio abusivo in Russia
La ventosa anti-parcheggio selvaggio in Cina

Efficacia della vergogna pubblica

Le misure di pubblica umiliazione, come le targhe infamanti di Memphis o gli adesivi infamanti del movimento StopKham, hanno dimostrato una certa efficacia nel ridurre le infrazioni stradali, grazie alla pressione sociale esercitata sui trasgressori.

Tuttavia, queste soluzioni possono causare reazioni ostili e non sempre garantiscono un effetto duraturo.

Mentre alcuni automobilisti modificano il loro comportamento per evitare la vergogna pubblica, altri reagiscono in maniera aggressiva, creando situazioni di tensione.

Seppure abbiano mostrato una certa efficacia temporanea, le reazioni suscitate, soprattutto quando si tratta di umiliazione pubblica, possono essere divisive e difficili da gestire.

Questi esempi storici ci fanno riflettere su quanto sia complessa la gestione della sicurezza stradale e delle sanzioni correlate.

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