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Nell’era degli smartphone, sempre più cittadini si trovano a documentare presunte infrazioni stradali. Ma una multa con foto fatta da un passante è effettivamente valida?
Questa pratica solleva una serie di questioni legali, etiche e pratiche di notevole complessità.
Esploriamo a fondo la questione della validità delle multe basate su fotografie scattate da privati cittadini, analizzando il quadro normativo, la giurisprudenza recente e le implicazioni per tutti gli attori coinvolti.
Il quadro normativo per la multa con foto fatta da un cittadino
Il punto di partenza per comprendere questa tematica è l’articolo 13 della legge 689/1981, che disciplina le modalità di accertamento delle violazioni amministrative.
Questo articolo stabilisce che gli organi addetti al controllo sull’osservanza delle disposizioni per la cui violazione è prevista una sanzione amministrativa possono, per l’accertamento delle violazioni di rispettiva competenza, assumere informazioni e procedere a ispezioni, rilievi segnaletici, descrittivi e fotografici e ad ogni altra operazione tecnica.
Tuttavia, l’interpretazione di questa norma nel contesto delle segnalazioni fotografiche dei cittadini ha generato dibattiti e controversie.
L’evoluzione della giurisprudenza sulla multa con foto fatta da un passante
La Corte di Cassazione ha affrontato la questione in diverse occasioni, con pronunciamenti che hanno contribuito a delineare un quadro giuridico più chiaro.
Inizialmente, alcune sentenze sembravano aprire la strada all’utilizzo di fotografie scattate da cittadini come base per le multe. Nello specifico aveva stabilito che le fotografie scattate da privati cittadini potevano essere utilizzate come prova per le infrazioni al Codice della Strada, purché fossero chiare e inequivocabili.
Tuttavia, con una successiva sentenza, la Suprema Corte ha adottato una posizione più restrittiva.
La decisione ha stabilito che non è possibile elevare sanzioni sulla base di segnalazioni fotografiche effettuate da privati cittadini, chiarendo che l’accertamento delle violazioni al Codice della Strada deve essere effettuato direttamente dagli organi di polizia stradale.
Principi chiave emersi dalla giurisprudenza
Dall’analisi delle sentenze della Cassazione emergono alcuni principi fondamentali:
■ L’accertamento delle violazioni al Codice della Strada è una prerogativa esclusiva degli organi di polizia stradale.
■ Le foto scattate da privati cittadini possono costituire una notizia qualificata che può portare a successivi accertamenti da parte delle autorità competenti, ma non possono essere utilizzate direttamente come prova per l’emissione di sanzioni.
■ Gli agenti di polizia non possono emettere sanzioni basandosi esclusivamente su immagini fornite da privati, senza una verifica diretta dell’infrazione.
■ Le segnalazioni fotografiche dei cittadini mantengono un valore informativo e possono guidare l’azione delle forze dell’ordine, ma non sostituiscono l’accertamento diretto.
Quindi gli automobilisti non possono ricevere multe basate esclusivamente su foto scattate da un passante senza ulteriori verifiche
In caso di contestazione, hanno il diritto di chiedere prove dell’accertamento diretto da parte delle autorità ed in caso di assenza di tale prova possono agevolmente contestare il verbale ed ottenerne l’annullamento.
Il ruolo delle segnalazioni dei cittadini
Nonostante i limiti imposti dalla giurisprudenza, le segnalazioni fotografiche dei cittadini continuano a giocare un ruolo importante nel contesto della sicurezza stradale:
■ Possono fungere da campanello d’allarme per le autorità, evidenziando aree o situazioni che richiedono maggiore attenzione.
■ Contribuiscono a creare una cultura di responsabilità civica e attenzione alle norme stradali.
■ Possono essere utilizzate come base per avviare indagini più approfondite da parte delle forze dell’ordine.
Considerazioni etiche e di privacy
L’uso di foto scattate da cittadini nel contesto delle infrazioni stradali solleva importanti questioni etiche e di privacy:
■ Il Garante della Privacy ha più volte sottolineato che la diffusione pubblica di immagini che ritraggono persone o veicoli identificabili potrebbe costituire una violazione della privacy.
■ Esiste il rischio di un uso improprio o distorto delle segnalazioni, ad esempio per vendette personali o controversie di vicinato.
■ La pratica potrebbe portare a un clima di sorveglianza reciproca tra cittadini, con possibili ripercussioni negative sul tessuto sociale.
Conclusione
Il dibattito sulla multa con foto fatta da un privato è tutt’altro che concluso. Alcuni osservatori sostengono che, con l’evoluzione tecnologica, potrebbe essere necessario riconsiderare il ruolo delle segnalazioni dei cittadini.
Altri sottolineano l’importanza di mantenere un approccio cauto, privilegiando sempre la verifica diretta da parte delle autorità competenti.
Tuttavia è fondamentale sottolineare che, secondo l’attuale orientamento giurisprudenziale, non è possibile utilizzare fotografie scattate da cittadini come base diretta per l’emissione di multe per infrazioni al Codice della Strada.
L’accertamento delle violazioni rimane una prerogativa esclusiva degli organi di polizia stradale, che devono verificare direttamente l’infrazione.
Questa posizione tutela sia i diritti degli automobilisti, proteggendoli da potenziali abusi o errori, sia l’integrità del processo di accertamento delle infrazioni, garantendo che sia condotto da personale qualificato e autorizzato.
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