Molte delle infrazioni che vengono contestate ogni giorno sono rilevate per mezzo di dispositivi elettronici che scattano una foto della violazione (ad esempio autovelox, varchi ZTL, Photored, ecc.).

Per motivi di privacy l’immagine dell’infrazione non viene allegata al verbale, tuttavia l’automobilista ha il diritto di prendere visione dell’immagine relativa all’infrazione (sempre più spesso è possibile visionare il fotogramma online attraverso il portale dell’organo che ha accertato la violazione).

Il nostro consiglio è quello di prendere sempre visione dell’immagine, poiché come vedremo in questo articolo in numerosi casi l’immagine evidenza delle irregolarità che consentono di ottenere l’annullamento del verbale.

La foto rivela un errore nella lettura della targa, una targa contraffatta oppure clonata

In molti casi a seguito dell’analisi del fotogramma emerge che il verbale è stato elevato per un errore nella lettura della targa da parte dell’agente che ha visionato l’immagine scattata dal dispositivo di rilevazione.

Significativo il caso di un’automobilista romano che aveva ricevuto 350 euro di multe per passaggio sulla corsia preferenziale.

L’automobilista secondo il verbale aveva sulla corsia preferenziale ben cinque volte nella stessa mattina.

Peccato che dalla visione delle foto relative alle infrazioni appare per cinque volte un bus dell’Atac (ovvero l’azienda di trasporto pubblico di Roma), dalla targa simile a quella del veicolo intestato all’automobilista.

In questo caso la visione delle foto ha permesso di contestare i cinque verbali ed ottenerne l’annullamento.

In altri casi la visione del fotogramma ha rivelato che l’infrazione era stata commessa con un’auto con targa contraffatta.

Questo è avvenuto molto spesso analizzando le foto relative ad infrazioni per accesso alle zone a traffico limitato (le cosiddette ZTL), nello specifico in diversi casi abbiamo riscontrato che sulla targa era stato applicato del nastro adesivo nero sulle lettere o sui numeri (trasformando una “C” in “G”, una “C” in “0” ,un “6” in “8”, oppure una “F” in “E”).

La foto scattata dall’autovelox rileva la presenza di più veicoli a breve distanza tra loro

In caso di multa elevata con autovelox è di fondamentale importanza visionare la foto scattata dal dispositivo infatti la presenza di due o più veicoli a breve distanza tra loro (ad esempio in fase di sorpasso) rende l’immagine inidonea a stabilire quale dei due veicoli ha realmente superato il limite di velocità.

Le modalità per visionare la foto relativa all’infrazione sono indicate nel verbale e molto spesso tale verifica può essere compiuta direttamente online sul sito appartenente all’amministrazione che ha emesso il verbale.

Negli altri casi la foto dell’infrazione può essere richiesta direttamente all’organo accertatore con modalità che variano da caso a caso (ad esempio mediante PEC, oppure direttamente presso gli uffici dell’accertatore).

L’inattendibilità del fotogramma che ritrae più vetture contemporaneamente è stata affermata in diverse sentenze, nelle quali i giudici hanno ritenuto applicabile l’art. 7 del Dlgs 150/2011, secondo cui quando non vi sono prove sufficienti della responsabilità dell’opponente il giudice è tenuto ad accogliere l’opposizione.

Alla luce di quanto detto è possibile contestare la multa con autovelox quando nella foto sono presenti due o più vetture a poca distanza tra loro.

La foto scattata dall’autovelox inquadra solo la targa del veicolo

Come precisato dalla Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14514/2019, la rilevazione effettuata con mezzi elettronici può ritenersi valida solo se “il dispositivo utilizzato consenta la registrazione fotografica completa dell’evento”.

Secondo la Corte la registrazione è completa quando il rilievo fotografico è effettuato in tutto lo spazio controllato dal dispositivo elettronico (autovelox, tutor o telelaser) e quindi non è sufficiente solo la foto che ritrae la targa del veicolo.

Tale conclusione è stata ribadita dal Giudice di Pace di Avellino con la sentenza n. 124/2019, nella quale ha precisato che:

Le foto devono essere, sia quella della violazione, eseguita perpendicolarmente al senso di marcia del veicolo per essergli conferita piena prova sull’effettività che il veicolo e solo esso abbia interagito con i raggi o magneti di rilevamento, sia quindi una serie di foto che riconducano sempre ineccepibilmente all’ultimo fotogramma l’identificazione dei dati d’immatricolazione del veicolo

Se così non fosse – ha precisato il giudice  – non si capirebbe perché la legge prevede, in alternativa alle foto, un filmato dell’infrazione.

Quindi per ritenere valida la rilevazione necessaria una registrazione completa eseguita in tutto lo spazio controllato dall’autovelox e non ci si può affidare al solo fotogramma dei dati di identificazione del veicolo oppure, come accade per alcune rilevazioni, ad una foto che inquadra il veicolo e poi alla stessa foto ingrandita che mostra la targa in dettaglio.

Proprio su questo punto alcuni Giudici hanno precisato che la targa deve poter essere letta dallo scatto del dispositivo elettronico (autovelox, tutor, telelaser o varco elettronico) e che non è possibile effettuare l’ingrandimento della foto al fine di leggere la targa (sul punto si è pronunciato il Giudice di Pace di Voghera con la sentenza n. 150 del 27 novembre 2020).

Annullare la multa per semaforo rosso grazie all’immagine del Photored

La visione del fotogramma può essere fornire elementi utili per presentare ricorso contro la multa per semaforo rosso.

L’immagine scattata dal semaforo di verificare se l’infrazione è stata effettivamente commessa, in particolare gli apparecchi devono scattare una serie di fotogrammi quando la luce è rossa

Nello specifico il dispositivo deve scattare di ogni infrazione almeno due foto, con indicati i dettagli dei tempi, una nel momento in cui supera la linea bianca con la luce semaforica rossa accesa e poi mentre attraversa il veicolo attraversa l’incrocio.

Tuttavia anche in caso di corretta attivazione del dispositivo la visione delle immagini può presentare elementi sui quali fondare il ricorso.

Nello specifico abbiamo ottenuto l’annullamento di un verbale per attraversamento del semaforo con luce rossa in un ipotesi in cui il semaforo segnalava luce rossa per chi doveva svoltare a sinistra, mentre segnalava luce verde per chi proseguiva la marcia senza svoltare.

In questo caso il fotogramma ci ha consentito di provare che l’automobilista aveva proseguito la marcia senza svoltare e pertanto senza commettere alcuna infrazione, tale obbiezione è stata ritenuta valida dal giudice che ha accolto il ricorso annullando il verbale.

Questo orientamento è stato confermato anche dal Giudice di Pace di Torino (sentenza del 24 ottobre 2019) il quale ha annullato il verbale poiché il filmato ripreso dal dispositivo ha provato che “il ricorrente, pur percorrendo la corsia di canalizzazione riservata ai veicoli diretti sinistra” in realtà proseguiva dritto come i veicoli della corsia di destra che proseguivano dritti e per i quali il semaforo era verde (lo stesso orientamento è stato confermato dal GdP di Fermo con la sentenza n. 323 del 30 novembre 2020).

In conclusione

In questo articolo abbiamo esposto alcuni dei casi in cui è stato possibile annullare la multa utilizzando la foto dell’infrazione.

Pertanto prima di pagare una sanzione il consiglio è quello di procedere sempre alla visione del fotogramma alla ricerca di eventuali irregolarità dello stesso.

Se hai ricevuto una multa è dopo aver visto la foto hai riscontrato una delle situazioni che abbiamo illustrato contattaci per avere una valutazione e per chiarire se tale irregolarità può essere utilizzata per annullare il verbale.

Se il fotogramma non presenta irregolarità non rassegnarti, infatti il verbale potrebbe presentare altri vizi sui quali fondare il ricorso.

Se non sei certo dell’irregolarità del verbale e vuoi far osservare il verbale ad occhi esperti che analizzano ogni giorno decine di verbali clicca sul tasto “Si, voglio la consulenza” e fai analizzare il verbale da uno dei nostri specialisti.